
Definizione di semina diretta
La semina diretta è una tecnica di coltivazione minima utilizzata nell’agricoltura conservativa. È una tecnica agricola che consiste nell’eliminazione di tutte le operazioni di lavorazione del terreno...
La semina diretta è una tecnica di coltivazione minima utilizzata nell’agricoltura conservativa. È una tecnica agricola che consiste nell’eliminazione di tutte le operazioni di lavorazione del terreno...
La semina diretta è una tecnica utilizzata su oltre 50 milioni di ettari di terreno agricolo in tutto il mondo. Come parte dell’agricoltura conservativa, è stata originariamente sviluppata in risposta...
La semina diretta richiede un approccio globale al sistema colturale che tenga conto dell’azienda agricola, del terreno e delle condizioni climatiche. I principi alla base della semina diretta sono co...
Per il mais e il grano, è possibile seminare senza aratura. Tuttavia, è necessario prendere alcune precauzioni con queste colture, che sono piuttosto esigenti in termini di struttura del suolo. È poss...
Rispetto alle tecniche tradizionali di preparazione del terreno che prevedono l’aratura e metodi di coltivazione minima, la semina diretta consiste nel seminare le colture senza alcuna lavorazione preliminare, quindi senza rivoltare, scompattare o preparare il letto di semina: il terreno viene lavorato soltanto lungo la linea di semina. Con questo metodo, gli agenti atmosferici e l’attività biologica del suolo contribuiscono a modificarne la struttura. La semina diretta può essere eseguita su residui colturali, su colture di copertura (i cosiddetti cover crop) o su una coltura esistente. È il metodo che meglio incarna il concetto di coltivazione minima. Insieme alla rotazione delle colture e alla copertura vegetale, è il terzo pilastro su cui si basa l’agricoltura conservativa.
La semina diretta è una risposta all’erosione e alla destrutturazione del suolo: ne migliora la fertilità e la vita biologica, offre una maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro e permette di risparmiare carburante.
La semina diretta è apparsa per la prima volta in Nord America a metà degli anni ’70 del secolo scorso, per combattere l’erosione del suolo nelle Grandi Pianure. Questa tecnica, abbinata allo sviluppo degli erbicidi per controllare le erbacce, si è poi sviluppata e oggi copre più di 60 milioni di ettari in quest’area. La semina diretta si è sviluppata ampiamente anche in Sud America (80 milioni di ettari) e in misura minore in Europa (20 milioni di ettari).
Con la tecnica della semina diretta, il rimodellamento biologico del suolo e l’impianto di colture con sistemi di radici profonde migliorano le condizioni fisiche del suolo e lo arieggiano. La creazione di una struttura stabile del suolo contribuisce ad aumentare le riserve idriche e di nutrienti a disposizione delle colture.
La semina diretta non comporta il rivoltamento o la frammentazione degli strati superiori del terreno. Di conseguenza, i residui colturali si accumulano in superficie, formando una pacciamatura che protegge il terreno dall’erosione. I residui superficiali limitano inoltre l’evaporazione e migliorano i livelli idrici del terreno, fattore molto importante nelle zone aride.
La pacciamatura stimola l’attività biologica del suolo, migliorando il contenuto di materia organica e di carbonio in superficie e in profondità.
Quando viene attuata la semina diretta, sul campo deve essere presente una copertura vegetale permanente. La semina diretta richiede un approccio integrato che va oltre la semplice scelta della seminatrice monogerme giusta. Il metodo dovrebbe essere utilizzato per diversi anni, con una rotazione che mantenga coperto il terreno. L’idea è quella di impiantare un cover crop dopo il raccolto e, successivamente, una coltura nel cover crop. La seminatrice monogerme deve deteriorare il terreno quanto meno possibile, con una semina diretta, non solo per evitare di stimolare le erbacce e portare i semi in superficie, ma anche per proteggerne la struttura. Con la semina diretta, sono le radici che lavorano il terreno. La copertura vegetale rilascia azoto durante la decomposizione, contribuendo a formare l’humus. La scelta della copertura vegetale deve tener conto delle condizioni locali, campo per campo, in modo da fornire il sostegno necessario alla semina della coltura.
La semina diretta riduce notevolmente il numero di passaggi necessari, risparmiando carburante e manodopera. Anche l’investimento in attrezzature è minore, in quanto il metodo di semina diretta richiede un unico passaggio con una seminatrice monogerme che apre il solco con i suoi dischi prima di collocare il seme.
La semina diretta ha un impatto minimo o nullo sulla produttività. Nel medio termine, si prevede una tendenza positiva della fertilità del suolo. Tuttavia, la concorrenza del cover crop deve essere presa in considerazione e gestita di conseguenza: scelta delle specie, gestione del cover crop, arricchimento del suolo con minerali.
La semina diretta non può essere attuata dall’oggi al domani: serve infatti qualche anno prima che i benefici si facciano sentire nel terreno. È essenziale prendersi tutto il tempo che serve per apportare le modifiche necessarie in termini di attrezzature e gestione dei parassiti. Inoltre, può essere una tecnica complicata da adottare in certe situazioni.
L’aratro svolge un ruolo fondamentale nel controllo delle erbacce e nella gestione dei semi, mentre la semina diretta richiede spesso l’uso di erbicidi. Spesso sono necessarie una o più operazioni di diserbo durante il periodo di rotazione intercolturale per distruggere le erbacce, ma è anche necessario pensare alla rotazione e alla copertura vegetale che aiutano a limitare le erbacce.
Attenzione alle lumache: i residui colturali in superficie possono costituire un rifugio per le lumache, che nelle prime settimane sono dannose per la coltura.