
L’agricoltura conservativa è un metodo per la gestione dei terreni agricoli. È apparsa per la prima volta negli Stati Uniti, negli anni Trenta, come conseguenza di una grave erosione dei terreni agricoli. Al giorno d’oggi è praticata in tutto il mondo da tutti i tipi di agricoltori. Nel 2015, si stimava che l’agricoltura conservativa rappresentasse 100 milioni di ettari di terreno coltivato in tutto il mondo.
Copertura permanente del suolo, diversificazione delle specie e minore lavorazione del terreno
La FAO (l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) definisce l’agricoltura conservativa “un sistema agricolo che può prevenire la perdita di terreni coltivabili, rigenerando al contempo quelli deteriorati”. Ha tre principi fondamentali:
- Mantenere una copertura permanente del suolo
- Ridurre al minimo la perturbazione del suolo
- Diversificare le specie vegetali
L’obiettivo principale dell’agricoltura conservativa è quello di preservare la fertilità del suolo e la materia organica. Tale obiettivo è stato definito nel 2001 al primo Congresso mondiale sull’agricoltura conservativa, proposto dalla FAO, a Madrid. Tuttavia, i termini sono stati utilizzati per la prima volta in Messico nel 1997, in occasione di un congresso sponsorizzato dalla FAO.
Agricoltura conservativa o minima lavorazione: sono la stessa cosa?
L’agricoltura conservativa promuove un’ampia gamma di pratiche agronomiche, che spesso includono la semina su sodo, la minima lavorazione, la pacciamatura, il metodo strip-till ecc… Anche se, spesso, queste pratiche sono parte integrante dell’agricoltura conservativa, il loro scopo è semplicemente quello di seminare con metodi che riducono al minimo la lavorazione del terreno, in presenza di copertura vegetale o residui. La rigenerazione e la conservazione del suolo non sarebbero possibili adottando solo queste pratiche: è necessario prendere in considerazione l’intero sistema colturale. Il concetto chiave dell’agricoltura conservativa include anche aspetti quali il risparmio di tempo e carburante, la conservazione di risorse naturali, la conservazione dell’umidità e dei nutrienti nel suolo, come pure la struttura del terreno, la fissazione del carbonio nel suolo ecc…
L’agricoltura conservativa è il concetto, mentre i metodi di lavorazione del terreno sono un mezzo per raggiungerlo.
La semina senza lavorazione del terreno è iniziata negli Stati Uniti
Negli anni Trenta, dopo aver ampiamente meccanizzato le pratiche agricole nelle zone aride, gli agricoltori americani osservarono una grave erosione dei loro terreni agricoli provocata dal “Dust Bowl” (termine con cui si indicavano le tempeste di polvere), in cui forti venti sollevavano i sottili sedimenti di limo dai terreni aridi. Ciò ha causato l’erosione dei terreni agricoli in Oklahoma, Kansas e Texas durante la siccità.
Di conseguenza, gli agricoltori ridussero la lavorazione del terreno, passando dagli aratri ai coltivatori a denti. Piantarono strisce di terreno a maggese sui pendii (colture a strisce), quindi svilupparono la semina diretta. Il “Soil Conservation Tillage” è stato creato come agenzia del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti responsabile della salvaguardia delle risorse naturali e dell’ambiente. Oggi è noto come “Servizio di conservazione delle risorse naturali”.
Fonti:
https://www.jswconline.org/content/jswc/70/5/103A.full.pdf
https://en.wikipedia.org/wiki/Dust_Bowl
https://www.fao.org/agriculture/crops/thematic-sitemap/theme/spi/agricultural-mechanization/agricultural-mechanization-technologies-and-equipment/conservation-agriculture/en/